Ancona - UN CONCERTO TUTTO PER LORO

UN CONCERTO TUTTO PER LORO
In una classe di diciassettenni, la prof chiede se abbiano mai
ascoltato musica classica dal vivo. «E perché avremmo dovuto, se nessuno ci ha
mai aiutato a capirla?». Nasce così l'idea di invitare un pianista a suonare
per i ragazzi. Ecco cosa è successo09.06.2022Ultimi
giorni di scuola per la mia classe quarta. Programma più o meno concluso,
verifiche svolte, voti assegnati. Una cosa però è rimasta sospesa. Mesi fa,
mentre spiegavo le onde sonore, ho rivolto ai ragazzi questa domanda: «Avete mai ascoltato un concerto di musica classica?».
Cos'ha di familiare per dei diciasettenni questo tipo di musica? Assolutamente
nulla, e me lo fanno capire. Uno di loro mi provoca: «Come può pensare che
possiamo acquistare un biglietto di musica classica quando nessuno ci ha
educato a comprendere il messaggio che cela?». Questa frase mi brucia dentro.
Io ho avuto il dono di incontrare un maestro, don Giussani, che non solo mi ha
educato a questo genere di musica, ma mi ha introdotto al significato profondo
che i brani da lui tanto amati portano, insegnandomi a paragonarli con la mia
esperienza.
Racconto l'accaduto alla mia collega di religione che, a
differenza di me, non si ferma alle difficoltà oggettive, ma mi rilancia e mi
dice: «Organizziamo un concerto per loro».
Nel giro di qualche ora contatta un suo amico pianista, docente al
Conservatorio che si rende disponibile a suonare solo per i nostri alunni.Non mi sembra possibile: tutte le mie perplessità, obiezioni, si
sgretolano immediatamente. Il mio cuore si riempie di gratitudine nei confronti
della collega che ha preso sul serio non solo il
mio desiderio, ma anche la loro domanda. Il secondo momento di
gratitudine lo sperimento quando noi adulti ci incontriamo per l'organizzazione
dell'evento. L'aspetto tecnico fa solo da cornice, perché si innesca un
bellissimo dialogo dove ci raccontiamo le nostre esperienze ecclesiali - la mia
collega e il pianista appartengono al movimento dei Focolari - e ci scopriamo
desiderosi di comunicare, attraverso la musica, la bellezza incontrata,
soprattutto in questo periodo in cui la guerra e l'odio imperversano.Il fatidico giorno arriva. I ragazzi ci sono tutti, eleganti e puntuali...
normalmente devo sempre riprenderli sull'orario. Alcuni di loro hanno scelto di
saltare gli allenamenti di basket pur di essere lì.
Un'ora e trenta scorre tra esecuzioni di brani di Brahms, Chopin,
Beethoven, mentre i ragazzi, sollecitati dal maestro Alessandro, diventano i veri protagonisti raccontando di sé, dei sentimenti e delle
emozioni suscitate da ciò che ascoltano. Non distolgono lo
sguardo dalla tastiera e da quelle mani che, attraverso le note, fanno vibrare
il loro cuore. Per tutto il tempo, cellulari dimenticati. Quando il concerto
termina e Alessandro chiede se è stato di loro gradimento, i ragazzi più vicini
gli dicono: «Maestro, noi cinque, in aula, siamo sempre quelli che stanno
infondo. Oggi nessuno ci può togliere la prima fila! Grazie».La serata termina con la cena. Non si aspettano di entrare in una
casa, il Focolare maschile, dove c'è una tavola imbandita per loro. Al gelato
una ragazza incredula ci dice: «Ma dove è l'inganno? Pure il gelato!». Nessuno
di loro accenna ad andarsene, continuano a raccontarsi, a
ridere, scherzare, come se fossero a casa loro. Si offrono di
sparecchiare e di portare via la spazzatura. Prima di uscire un mio alunno, il
più cinico e diffidente, mi dice: «Grazie, prof. Erano giorni che mi svegliavo
annoiato e non mi attendevo nulla dalla giornata. Dopo quello che ho visto
stasera, domani mi alzerò lieto e grato».
Magda, Ancona
